Questa è una bella storia che testimonia come con impegno e tenacia si possa porre rimedio ai danni del passato. La protagonista è l’Aquila di Bonelli, maestoso rapace diffuso in Africa, Europa, Asia meridionale e in alcune isole del nord dell’Oceania.
In Italia, oltre che in Sicilia e in Calabria, fino ai primi anni ’90 del secolo scorso volteggiava anche in Sardegna, periodo in cui se ne decretò la scomparsa dall’isola.
Il progetto Aquila a-Life in Spagna e Sardegna
Grazie al progetto europeo Aquila a-Life, coordinato per la Spagna dall’associazione faunistica Grefa e per la Sardegna da Ispra, a partire dal 2018 vengono periodicamente effettuati dei rilasci. Con il supporto dell’agenzia Forestas e del Corpo Forestale di Vigilanza Ambientale della Regione Sardegna, sull’isola sono stati finora reintrodotti 21 pulli provenienti da Spagna, Francia e Sicilia con il risultato che l’Aquila di Bonelli è tornata a solcare i cieli sardi. In Spagna, dove si è operato a Maiorca e nella comunità di Madrid, dall’avvio del progetto si sono formate complessivamente 12 coppie con diversi casi di nidificazione riuscita.
Il progetto Life ConRaSi in Sicilia
All’Aquila di Bonelli ci si interessa anche in Sicilia dove è in atto il progetto europeo Life ConRaSi del WWF Italia teso a scongiurare l’estinzione della specie anche su quest’isola. In questo caso il progetto, avviato nel 2016, ha favorito l’incremento dei siti produttivi (erano 46 e attualmente sono 51) e la presenza di coppie di aquile che hanno deposto almeno un uovo (passate da 20 a 38).
Una storia da raccontare a tutti
Una simpatica pubblicazione a fumetti dal titolo “Bentornata Aquila di Bonelli – Benéniddu Abilastru” a cura dell’Ispra ripercorre la travagliata storia di questo rapace in Sardegna, raccontando i motivi dell’estinzione e il lavoro che viene fatto per riportare la specie sull’isola.
Chi è l’Aquila di Bonelli
Con una sagoma simile a quella dell’Aquila reale, ma più chiara e di dimensioni più piccole, l’Aquila di Bonelli nidifica sulle cenge rocciose dove depone uno o due uova. Si ciba di topi e conigli selvatici, serpenti ma anche di uccelli come colombacci, cornacchie, pernici e gabbiani.
Presente in Sardegna da sempre
L’Aquila di Bonelli è sempre stata una presenza storica in Sardegna. Per molti secoli, come molti alti rapaci, è stata oggetto delle razzie dei pulli. Un problema a cui si cercò di porre fine già nel XIV secolo con la Carta de Logu promulgata dalla sovrana Eleonora d’Arborea, una raccolta di leggi in cui si vietava, tra le altre cose, la cattura dei pulcini di rapace.
Agli inizi del 1900 in Sardegna esistevano circa 50-60 coppie, il declino inesorabile avvenne a partire dagli anni ’50. Tra le cause dell’estinzione vi furono la distruzione degli habitat naturali, il commercio di pulli e adulti destinati al collezionismo e alla falconeria, gli abbattimenti illegali e l’impatto con le linee elettriche.
La reintroduzione nel Parco regionale di Tepilora
Per la prima reintroduzione dell’Aquila di Bonelli in Sardegna è stata scelta l’area del Parco regionale di Tepilora, nella porzione nord orientale dell’Isola.
I pulcini provengono dai centri di riproduzione di Grefa e LPO. Sono nati da individui riabilitati che non possono tornare in libertà, ma anche da coppie selvatiche dell’Andalusia e della Sicilia che hanno prodotto più di un pullo. Le Aquile di Bonelli in genere riescono ad allevare un solo pulcino mentre il secondo difficilmente riesce a sopravvivere.
Giunti in Sardegna, i pulli terminano il loro sviluppo e a 50-60 giorni di età vengono trasferiti nella voliera nel Parco di Tepilora. Prima della liberazione sono dotati di un anello identificativo e di un trasmettitore GPS-GSM con il quale per qualche anno sarà possibile monitorarne gli spostamenti.
Una delle fasi più critiche è la dispersione delle giovani aquile una volta terminata la dipendenza da chi si è preso cura di loro. La mortalità nel corso del primo anno di vita è, infatti, del 50%. Quelle che ce la faranno a sopravvivere dovranno vedersela con i pericoli di sempre.
Ecco perché per la riuscita del progetto è fondamentale il coinvolgimento e la collaborazione di chi vive e lavora nel territorio.
La pubblicazione “Bentornata Aquila di Bonelli – Benéniddu Abilastru” è scaricabile qui